Scrittore, tatuatore, reduce di guerra: Nicolai Lilin è tante cose assieme e molte sono le cose che si sono dette sul suo conto. Una vita fatta di mille storie e due vie per raccontarle: la penna, che lo fa esordire nel 2009 con Educazione siberiana, caso editoriale tradotto in oltre 26 paesi del mondo, e il pennino, veicolo di una comunicazione muta e primitiva, il tatuaggio, intrecciata quasi in modo ieratico con la biografia personale.
Nel mondo di Nicolai le immagini, i simboli e le parole non hanno un valore estetico, ma sono i tasselli di una tradizione ancestrale.
Dopo l’enorme ed inaspettato successo di Educazione Siberiana, nel 2013 il romanzo viene trasposto cinematograficamente da Gabriele Salvatores con cast e produzione internazionali.
Nicolai negli anni si dedica a tempo pieno alla scrittura e pubblica altri quattro libri, frutto delle crude esperienze maturate in vari scenari di guerra. Inoltre fonda Kolima Contemporary Culture a Milano e il laboratorio di disegno e tatuaggio Marchiaturificio, mentre continua a scrivere per l’Espresso, XL di Repubblica e altre testate.