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GABBERS ARE BACK! Il nuovo volto Punk della Moda

Ravers, techno, industrial, skinhead, hardcore warriors: il richiamo estetico ed il ritorno della cultura Post Rave, da Gabber Eleganza alle passerelle.
Post Rave = Nuovo Folk Suburbano

Come e perché della nuova magica nostalgia new gabber, dalla strada alle passerelle

GABBER GABBER HEY! IL MONDO POST RAVE = NUOVO FASHION PUNK?

THE GABBER SECOND COMING

Partirei da questo video di Dazed a proposito di Gabber Eleganza:

“Gabber eleganza nasce nel 2011 come archivio web, una pagina di approfondimento e di ricerca estetica sulla cultura gabber e sui fenomeni post rave con lo scopo di creare un interesse culturale e di rivalutazione intorno a questa sottocultura spesso denigrata”.

Ecco, il punto sta proprio in questo: “con lo scopo di creare interesse culturale e di rivalutazione”.

Un processo in corso che va oltre la curiosità.

Malgrado le vie della moda siano infinite, in molti si chiedono com’è possibile che una contaminazione del genere sia potuta diventare in questi anni uno statement, sfilando addirittura in passerella.

 

HARDCORE IS THE NEW NORMCORE?

Un effetto vertigine lo si prova mettendo nella giusta prospettiva quella Rotterdam dove, secondo tradizione, è nato il tutto con un connotato assolutamente indispensabile di musica techno-hardcore, droghe sintetiche e cemento, e quello che è al giorno d’oggi diventato un “prodotto” contemporary luxury.

Da una parte il fenomeno dei raver, i bassifondi proletari, una generazione estrema e disperata di “pills-guzzling” in aperto conflitto con qualsiasi filosofia pop, da passare quasi come il vero ed unico movimento punk “genuino” degli anni ’90 (mentre il punk tradizionale si affacciava su Mtv); dall’altra una nuova connotazione, unica e significativa che la moda ha cominciato a dare a marchi come Diadora, Sergio Tacchini, Fila, Robe di Kappa indossati e assemblati mescolando le Nike Air Max Classic, tagli di capelli con rasature brusche, piercing e una deriva generalizzata verso un certo gusto di strada decadente.

L’extreme sportwear esplode nel segno della cultura post rave, alla stregua di un nuovo fenomeno folk suburbano, al ritmo di 180 bpm.

Ennesimo aspro ossimoro che si affaccia nel mondo della moda.

IL POST RAVE = NUOVO FOLK SUBURBANO

Oltre all’enorme successo globale di Gosha Rubchinskiy vale sicuramente la pena ricordare altri due marchi come Hood by Hair e Nasir Mazhar, dove certi stilemi vengono esasperati, le proporzioni diventano estreme, i materiali più tecnici e sull’onda della tecno, ricompaiono visiere e cappellini logati che sfilano assieme a scarpe con chiusure di velcro e anfibi zeppati.

Forse l’ennesimo stupro di una subcultura tra le più clandestine degli ultimi decenni, o più semplicemente l’esigenza di un ritorno, quasi nostalgico, ad esperienze autenticamente hardcore, dentro le quali sono confluite sperimentazioni molto eterogenee: sportwear, ultras, industrial, techno ravers, hardcore warriors, punk e chi più ne ha più ne metta.

Fino ad arrivare al new weird dei Die Antwoord, creature davvero poco collocabili e molto stranianti, il cui successo sembra proprio scaturire da un perverso interesse della moda nell’osservare le pieghe meno accomodanti delle più recenti subculture underground.

Tutto ciò che può sembrare vagamente sporco, “tamarro”, poco edificante, fino a raggiungere risultati volutamente kitsch ma che ci ricongiungono con una certa sfumatura nostalgica, soprattutto nelle menti di chi certe realtà magari le ha solamente sfiorate o nell’immaginario dei più giovani che ne ereditano i simboli estetici come una sorta di rivendicazione stilistica.

E forse proprio come in un video dei Die Antwoord proviamo un sottile piacere attraverso queste massime espressioni contemporanee del “ritorno estetico gabber”, dove il tradizionalmente brutto diventa incredibilmente attraente, l’antiestetico profondamente giusto e lo stonato perfettamente corretto.

Questo è forse il vero incantesimo della magica nostalgia new gabber.