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LERCIO: UNA RISATA SEPPELLIRÀ LE FAKE NEWS

“Il grottesco è l’altra faccia del sublime”, scriveva Umberto Eco. Perché scomodare un gigante della cultura? Perché c’è così tanto di grottesco nel fenomeno Lercio.it da rasentare il sublime. Notizie grottesche sì, fake news no: è bene sottolinearlo se parliamo di un sito, un progetto editoriale, una community immensa che da circa 10 anni ha cambiato il rapporto tra satira e informazione. Nato da un blog di Michele Incollu – evidente parodia dei titoli già a modo loro assurdi del freepress “Leggo” – Lercio è diventato terreno di scorribande del collettivo Acido Lattico, la prima redazione che ha fatto di un’idea lo “sporco che fa notizia”.
“Zanzare promettono che torneranno per la seconda dose”, “Napoletano brevetta pizza con lo spazio per lo smartphone”, “Invasione di cinghiali, il Comune di Roma vara il bonus balestra”: tre titoli pescati tra migliaia di notizie esilaranti e a volte forse non così assurde. In molti si sono chiesti infatti se certe news fossero o meno reali, tanto che dalla reazione a notizie vere, ma fuori da ogni logica, è nato il gioco “Vero o Lercio”.
La forza di questo network è far passare tutto dentro lo stesso rullo compressore della satira: attualità, costume, cronaca, politica, sport, tecnologia, tempo libero. Ovvero come essere sempre sul pezzo, nel modo che non ti aspetti. Così Lercio va in tv con il suo Tg Lercio, agli Stati Generali di Serena Dandini; esplora la radio e il podcast con la versione Audible dei migliori “peggiori” titoli; entra in libreria con piogge di pubblicazioni: dal primo volume omonimo all’ultimo Mock ‘n’ Troll, saggio sulle brulle giornalistica edito dalla People di Giuseppe Civati. Senza contare il suo luogo natio e terreno più fertile, il web, con oltre 3 milioni di lettori invasati su Facebook, Twitter, Instagram. Ha detto il presidente Augusto Rasori (fonte: About Umbria): “Noi ci basiamo sulle notizie reali. Siamo un sito di satira e non di fake news”. Che faccia così ridere e pensare insieme è una grottesca, sublime, verità.