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STEFANO RAPONE

STEFANO RAPONE: LA STAND UP COMEDY DÀ UN PIACERE SURREALE

“One-liner” è una tecnica che alla formula del racconto umoristico preferisce concatenare, una all’altra, battute secche e spiazzanti. L’effetto è una specie di trance in cui cadi e nella quale non puoi smettere di ridere e di ripensare al motivo per cui hai riso, ridendo di nuovo. In questo Stefano Rapone, 34enne comico e autore di punta della nuova scena italiana, è già un maestro indiscusso. L’imprinting nasce dalla volontà di creare un immaginario surreale, stralunato e anticommerciale, tipico di molta satira americana contemporanea, in modo da condensare in pochi secondi un un contenuto che altri avrebbero diluito in un monologo. Il risultato è vincente e definisce una comicità nuova che miete fan dal vivo, in tv, sui social.
Fin dal 2012 la sua firma arriva sui palchi di mezza Europa, da Dublino a Londra, da Edimburgo a Barcellona e Amsterdam, grazie a sjow in lingua inglese che ha offerto anche al pubblico asiatico nella sua permanenza in Giappone, dopo la Laurea in Lingue.
Nel 2015 il format Comedy Central lo vuole per la prima edizione di Natural Born Comedian: da lì un crescendo d’interesse, consenso e collaborazioni illustri, da quelle con Saverio Raimondo alla corte del Trio Medusa che lo sceglie come autore per Whipeout – Pronti a tutto! e Takeshi’s Castle. Fino all’ultima, fortunatissima intesa con Valerio Lundini (con cui condivide la passione per il mondo del fumetto) prima in Battute poi nel programma rivelazione del 2021 Una pezza di Lundini, in cui interpreta il medico personale di Valerio.
Difficile vederlo anche soltanto sorridere sul palco o davanti alla telecamera, perché la serietà con cui spara a raffica le sue battute è inversamente proporzionale alla reazione del pubblico: esilarante, spiazzante.